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LE TRADIZIONI

Santa Croce di Magliano - ultimo sabato di aprile
Un prodotto che costituisce un alimento ed un elemento di alto valore simbolico, nella festività della Madonna dell'Incoronata, è la treccia, che utilizzata ancora oggi, messa a tracolla, come ornamento per i pastori e per gli animali che ricevono la benedizione: un rito finalizzato ad un buon auspicio dell'andamento delle produzioni agricole e zootecniche di cui la treccia ne costituisce, e il simbolo e la sintesi.


LA CUCINA TIPICA SANTACROCESE

Maccheroni con la mollica
È un piatto legato alla tradizione della “Tavola di San Giuseppe”, la mensa fraterna che si prepara il giorno di San Giuseppe in molti paesi del Molise. In numerosi varianti, lo stesso piatto viene servito anche la vigilia di Natale. 500 gr di pasta lunga (bucatini, vermicelli, spaghetti o anche linguine), mollica di pane raffermo, olio di oliva,uno spicchio di aglio , un ciuffo di prezzemolo, sale q.b. Sbriciolare il pane e lasciarlo dorare in un pentolino con olio in cui sia stato dorato lo spicchio di aglio, girando spesso. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla, versarla nell’insalatiera e condirla con la mollica, aggiungendo prezzemolo tritato.

‘Nnoglije
Del maiale si recupera tutto; le parti meno pregiate vengono sfruttate con fantasia per una grande varietà di pietanze, dai sapori particolari, antichi. La trippa, ad esempio, può essere preparata in bianco, a zuppa, ripiena, oppure, come in questo caso, conservata secca.

Cotiche e fagioli
Ingredienti per 6 persone: 600 gr di fagioli cannellini; 300 gr di cotiche; 50 gr di pancetta; prezzemolo, aglio, cipolla; 300 gr di pomodori pelati. Un altro monumento della cucina povera, un piatto diffuso in tutta la provincia. Un riuscito matrimonio tra la carne di maiale, che ha sfamato generazioni e generazioni di piccoli contadini, ed i fagioli. Mantenere a bagno per circa 10 ore 600 gr. di fagioli cannellini (o di altra varietà). Scolarli e versarli in un tegame capiente possibilmente di coccio. Ricoprire con acqua tiepida e cuocere per circa due ore a fuoco lento salandoli a piacere a circa 20 minuti dal termine della cottura. In una casseruola far cuocere nella giusta quantità di acqua salata e per circa 20 minuti 300 gr di cotiche ben pulite. Scolarle e tagliarle a listarelle, quindi rimetterle nel tegame con acqua fredda e fate cuocere per circa 1 ora e mezza. In un altro tegame preparate una salsetta con una manciata di prezzemolo e aglio, una cipolla di media grandezza tagliata finemente, la pancetta tagliata a dadini e un cucchiaio di sugna o olio. Fare rosolare per prima la cipolla, aggiungere 300 gr di pomodori pelati e due mestoli di brodo di carne. Salare e pepare a piacere. Quando la salsetta sarà cotta versate il tutto insieme ai fagioli nel tegame di coccio e fate ulteriormente cuocere per altri 15 minuti.

Cascje e ova
Tra le carni, dopo il maiale, l’agnello occupa un posto di privilegio nella cucina tradizionale molisana; consumato preferibilmente nel periodo primaverile (ovviamente coincidente con le feste pasquali), il suo abbinamento con le uova e il formaggio rende questa ricetta un classico della cucina molisana. 1 kg di agnello (preferibilmente il cosciotto), olio di oliva, un ciuffo di prezzemolo, un bicchiere di vino, una cipolla, 6 uova, 200 gr di formaggio grattugiato, pepe, noce moscata, sale q.b. Tagliare a pezzetti l’agnello e lasciarlo rosolare insieme alla cipolla. Spruzzare con il vino, salare e lasciare cuocere bagnando con un mestolo di acqua calda. Battere le uova, unire il formaggio ed il prezzemolo tritato, un pizzico di noce moscata e una spolveratine di pepe. Versare il composto sulla carne ben cotta ed infornare a 150°. Sarà pronto quando la superficie sarà dorata.

Baccalà mollicato
Il baccalà è un alimento che viene ancora oggi usato in Molise quasi esclusivamente per i piatti rituali: mollicato o con origano, fritto con pastella oppure arrosto e condito in bianco, si consuma la vigilia di Natale in alcuni paesi, in altri rappresenta la portata forte delle pietanze della “Tavola di San Giuseppe”. 500 gr di baccalà già messo a bagno; 4 peperoni tondi sottaceto, mollica di pane raffermo, uva passa, origano, aglio, noci, olio di olio. Sgocciolare il baccalà e spezzettarlo, disporlo in tortiera con aglio e prezzemolo tritati. Preparare i peperoni; lavarli, sgocciolarli, svuotarli e riempirli con la mollica di pane sbriciolata, noci triturate, origano e un po’ di olio, tappando il foro con una crosta di pane. Disporre anche in peperoni in tortiera. Spolverare la superficie con mollica di pane, aggiungere uva passa precedentemente messa ad ammorbidire, e un filo di olio. Passare al forno.

Polpette cascje e ova
Le uova, facilmente disponibili, hanno costituito per il passato, e lo sono tuttora, l’ingrediente più diffuso nella cucina tipica molisana, dagli antipasti ai secondi piatti. Le polpettine casce e ova combinano le uova con il formaggio, anch’esso largamente disponibile presso le comunità tradizionali agricolo-pastorali per una pietanza gustosa oltre che nutriente. 6 uova, 300 gr di mollica di pane raffermo, formaggio pecorino grattugiato, pepe, 400 gr di pomodori maturi, un peperone dolce, una cipolla, olio di oliva, sale q.b. Lavare e spezzettare il peperone, affettare la cipolla e lasciare cuocere in un tegame con olio per alcuni minuti. Aggiungere i pomodori spezzettati, salare e far cuocere per alcuni minuti. A parte preparare un impasto piuttosto duro con le uova sbattute, la mollica di pane, il formaggio, il prezzemolo lavato e tritato,un pizzico di sale. Ricavarne delle polpettine ed immergerle nel sughetto lasciando cuocere per qualche minuto.

Fiadone
La ricorrenza pasquale è l’occasione per la preparazione di dolci rituali tradizionali. Tra questi tipico del Molise è il fiatone, la versione rustica a base di formaggio ed uova, e la ‘mpigna (detta anche torchie oppure peccellàte) la versione dolce, appunto. Per la sfoglia: 400 gr di farina 00, 50 gr di zucchero, 50 gr di sugna, 3 uova intere e 5 tuorli, un cucchiaio di olio di oliva. Per il ripieno: 500 gr di formaggio grattugiato poco stagionato, 4 uova, tocchetti di prosciutto crudo, una bustina di vaniglia. Disporre a fontana la farina sulla spianatoia, aggiungervi lo zucchero, le uova battute, la sugna ammorbidita e l’olio. Impastare e lavorare il composto fino a farlo diventare liscio e morbido. Avvolgerlo in un tovagliolo e lasciarlo riposare. Intanto preparare il ripieno con le uova sbattute, il formaggio, il prosciutto ed la bustina di vaniglia. Stendere la pasta e ricavarne una sfoglia sottile, dalla quale ricavare dei dischi aiutandosi con un piatto di media grandezza. Disporre su ogni disco due cucchiai di ripieno, ripiegarlo a mezzaluna e chiuderlo con l’apposita rondella tagliapasta. Spennellare la superficie con un tuorlo d’uovo e bucherellarla con una forchetta. Passare in forno caldo per circa mezz’ora. Una variante esclude dal composto i tocchetti di prosciutto. Una seconda variante sostituisce al prosciutto un po’ di zucchero e la buccia grattugiata di un limone, e il formaggio stagionato con formaggio fresco e ricotta.

tratto da http://www.proloco4torri.it/gastronomia.asp

 

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